In un Auditorium Bettolini gremito, nella serata di lunedì 13 novembre, in occasione della quinta Riunione Tecnica stagionale, la Sezione di Chiari ha avuto l’onore di avere come ospite e relatore Cesare Prandelli, tra le altre ex Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di calcio dal 2010 al 2014.

A fare gli onori di casa il Presidente di Sezione Marco Vanoli, il quale ha aperto l’incontro sottolineando, se mai ce ne fosse bisogno, l’eccezionalità del momento: “Avere ospite Cesare è per noi motivo di orgoglio, persona e uomo di calcio con un curriculum invidiabile che sin dai primi contatti si è reso disponibile con entusiasmo accettando questa iniziativa; credo molto nella crescita per confronto con chi ha la stessa passione, sfruttate questa opportunità senza avere rimpianti, l’arbitro bravo è quello che sa essere curioso”.

In seguito la parola è passata a Cristian Vezzoli, Assessore allo Sport del Comune di Chiari, il quale ha voluto dare un forte segnale di apprezzamento nei confronti dell’attività sezionale che, quantomeno in termini di visibilità, raggiunge l’apice in occasioni come queste: “Siete un’Associazione sempre più presente sul territorio e con sempre più giovani – anche ragazze – a farne parte, tutto ciò non ci lascia indifferenti; vedo una notevole presenza questa sera, anche io sono allenatore di basket e non vi nego che nutro molta curiosità sulle parole che andremo presto ad ascoltare”.

Introdotti all’ospite ed introdotto l’ospite grazie a due filmati, si è finalmente entrati nel vivo della serata, con Prandelli all’esordio assoluto di fronte ad una platea di soli arbitri: “È anche per me la prima volta, non nascondo di essere emozionato quanto voi e di essere curioso del vostro ruolo, consapevole di aver cercato di instaurare sempre rapporti positivi con la classe arbitrale”.

La prima domanda è stata posta proprio dall’allenatore stesso, il quale ha confessato di essersi più volte interrogato su cosa potesse spingere un ragazzo o una ragazza di 14 anni a diventare arbitro; a raccontare la propria esperienza Marco Celotti, associato più giovane della compagine clarense che, grazie al doppio tesseramento, vive la propria passione per il calcio da due punti di vista: “Ho sempre avuto una certa attrazione verso il ruolo dell’arbitro, tant’è vero che a scuola arbitravo partite di qualsiasi sport; poi, su input della mia insegnante di Scienze Motorie e Sportive, ho deciso di focalizzarmi sul calcio, sport che già praticavo come portiere e che ora mi vede protagonista in due modi, diversi ma simili”.

“Autorevolezza” è il termine sul quale si è soffermato più volte l’ex CT azzurro, ritenendolo la peculiarità della figura arbitrale: “Fin da piccoli i calciatori, a causa, spesso, purtroppo, dell’esasperazione dei genitori, vanno in campo con i soli concetti di vincere o perdere dimenticandosi di termini quali divertimento o amicizia e per questo vanno educati immediatamente al rispetto degli arbitri e della loro autorevolezza”, aggiungendo poi “gli arbitri, a mio modo di vedere, devono essere educatori di regolamento, avere cultura tecnica e preparazione atletica, elementi imprescindibili, ma gli educatori “di vita” devono essere i genitori prima e gli allenatori poi”.

Parlando di studio delle squadre da parte degli arbitri e viceversa, l’esortazione di Prandelli già più volte portata anche dal Presidente Vanoli: “Preparate le vostre gare al meglio in base a ciò che la categoria di appartenenza vi fornisce, ma l’aspetto più importante e realizzabile a qualunque livello è quello dell’autocritica, analizzate in continuazione le vostre prestazioni, siate obiettivi e spietati

con voi stessi, poiché il giudizio di ognuno di voi è quello che più vi aiuta a crescere ed a prepararvi all’impegno successivo”.

Non è mancato nella piacevolissima conversazione affrontata con schiettezza, sincerità e genuinità dal Mister il tema dell’ansia: “Durante la mia esperienza sui campi ho sempre avuto la consapevolezza che essere preparati in ciò che si sta facendo aiuta a ridurla al minimo, se non ai soli imprevisti; siate sempre convinti dei vostri mezzi, non fornite continue giustificazioni, atteggiamento che alla fine si rivela sovente controproducente, e abbiate la capacità e la forza di saper sdrammatizzare nei momenti più critici”.

Ovviamente non si sono fatte attendere le curiosità più personali, con i presenti a porre domande su svariate tematiche, dal VAR al tempo effettivo, dal periodo in Nazionale culminato con il secondo posto agli Europei 2012 alle varie squadre di club allenate, passando per i legami che si creano in uno spogliatoio, sia da calciatore sia da allenatore, finendo con due momenti indicabili, tema sul quale Cesare si è così espresso: “Il ricordo più brutto che ho è quello legato alla Strage dell’Heysel del 1985 – vissuta da calciatore – mentre quello più bello mi porta a Firenze, ruolo allenatore, ed è la gara di beneficienza organizzata per Stefano Borgonovo – ex calciatore malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica -, con il calcio a disposizione di qualcosa che va ben oltre il mero aspetto sportivo”.

Ma il messaggio più significativo che Mister Prandelli ha voluto lasciare agli associati clarensi è stato in risposta ad una domanda circa i sogni: “Io non ho mai avuto sogni, la passione è la forza motrice che spinge a fare ogni cosa: a piccole mete si raggiungono grandi obiettivi”.