Una serata diversa dalle altre, quella del 28 ottobre, per gli arbitri clarensi: è la prima volta, infatti, che ad una lezione tecnica accorrano ben quattro componenti del C.R.A., in particolare il Presidente Alessandro Pizzi, il suo Vice Paolo Giovanni Viola, il Designatore di Prima Categoria Marco Viti e il coordinatore delle Sezioni Matteo Miragoli. Si comincia con la presentazione agli associati della Commissione Lombarda in carica per la stagione 2013/2014.
Alessandro si è da subito soffermato sull’uniformità che si vuole dare agli arbitri delle categorie regionali e al fatto che tutte le sezioni abbiano la stessa importanza per la regione. Il discorso si sposta proprio sui raduni regionali, sui lavori di gruppo dell’Eccellenza, la cui logica è basata sul rapporto che dovrebbe instaurarsi all’interno delle terne ogni domenica, e sulla presenza di ospiti provenienti dagli Organi Tecnici Nazionali, come Andrea Stefani e Domenico Messina. L’obiettivo di queste visite, spiega il Presidente, è quello di ragionare in un’ottica di proiezione futura in quelle categorie. Prendendo spunto da questa cosa, ha poi invitato i ragazzi del C.R.A. a tenere una lezione tecnica in sezione ai propri colleghi più giovani, per portare la loro esperienza dei loro anni in Lombardia, sia agli associati in orbita di passaggio, che non.
Ci si sposta poi all’elogio del lavoro della vecchia commissione, che ha consentito di avere ben 40 arbitri tra C.A.I. e C.A.N. D all’inizio di questa stagione e un componente in quasi tutte le Commissioni. “La C.A.I. è la cartina al tornasole del C.R.A., quindi se un anno passano 12 arbitri e a giugno ne tornano indietro 9, forse qualcosa non ha funzionato a livello regionale, ma questo, come abbiamo visto, non è il caso della Lombardia“.
Passando poi alla parte tecnica, Pizzi introduce il discorso facendo un parallelismo tra il libro “Chi ha spostato il mio formaggio?” e la vita arbitrale, per spiegare il concetto flessibilità. Il secondo aspetto è la presenza attiva, ossia la capacità di avere la totale padronanza sui fatti del gioco. Il terzo punto è la preparazione atletica, sia per potersi spostare in funzione della chiave di lettura tattica della partita, che per avere lucidità fino alla fine. In sostanza il buon arbitro, quarto punto, dovrebbe vedere i 90 minuti senza perdere il minimo fotogramma, perché anche il più piccolo particolare tralasciato può far totalmente cambiare il corso di una gara; la spiegazione viene fatta con l’ausilio di un filmato. Infine, il quinto concetto è la tutela dell’integrità fisica dei calciatori. Proteggere i giocatori significa adottare i provvedimenti necessari affinchè i loro comportamenti non mettano a rischio l’incolumità degli altri.
La serata si chiude con un grande in bocca al lupo a tutti i ragazzi clarensi di ottenere grandi soddisfazioni da questa stagione sportiva.
Il Consiglio Direttivo, a nome di tutta la sezione, ringrazia tutti gli ospiti intervenuti per questa bellissima serata, che ha sicuramente lasciato tanti messaggi positivi e motivazioni agli associati presenti.